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TORRE ANNUNZIATA

Si estende nell’insenatura più interna del golfo di Napoli in uno stretto lembo di terra cinta tra il Vesuvio e il mare: è infatti municipalità della Zona rossa del Vesuvio, importante centro balneare e membro del Parco regionale del fiume Sarno, che ne delimita il confine meridionale con la sua foce.

Fin dalla fondazione ha fatto della pesca, del commercio, del turismo e della produzione della pasta le principali attività, tanto da essere detta Capitale dell’arte bianca, per la massiccia produzione che toccò il picco nel primo dopoguerra, con oltre sessanta tra mulini e pastifici di cui restano in attività, tra i più noti e premiati al mondo, i marchi Voiello e Setaro. È dal periodo della prima rivoluzione industriale, un importante centro produttivo,  prima nel settore metalmeccanico e siderurgico, e, ad oggi, nautico e farmaceutico, oltre che portuale, accogliendo il terzo porto della regione per estensione. È inoltre sede della Reale Fabbrica d’armi, principale fabbrica d’armi dell’intero regno delle due Sicilie, oggi gestita dall’Esercito Italiano.

Sorge sui resti dell’antica Oplontis, città residenziale imperiale e patrizia, sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79, di cui conserva l’attiva stazione termale e il sito archeologico, dal 1997 riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

La qualità della produzione locale fu più volte testimoniata dalla stampa e dai documenti dell’epoca   le originali modifiche apportate ad alcune armi di origine francese e belga conferirono ad esse uno stile “napoletano” le cui soluzioni tecniche furono molto apprezzate in tutta Europa. Per quasi un secolo e mezzo i valenti artigiani armaioli di Torre avevano rifornito vari eserciti, in particolare quello borbonico, e furono parte attiva nella storia del Regno delle due Sicilie e dei primi anni dell’Unità d’Italia

La testimonianza storica di quell’attività è attualmente custodita nel Museo Storico sito nell’antico edificio della Real Fabbrica d’Armi. Sono circa settanta le armi da fuoco lunghe conservate (tra cui pregiati fucili Vetterli, Martini Rumeno, Doersh Bauwgarten e Mauser 71, oltre a pistole, sciabole, daghe, baionette e pannelli raffiguranti i diversi stadi di lavorazione delle armi e relativi strumenti di lavoro e attrezzi verificatori.

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