A circa 300 metri dalla Villa “A” di Oplontis, attribuita a Poppea Sabina, grazie ai lavori per la ricostruzione di una palestra nel 1974 la terra riportò alla luce una villa rustica da intendersi come una fiorente azienda destinata, probabilmente, alla vendita all’ingrosso di vino, olio, garum e derrate alimentari in genere, ma non alla loro produzione. Essa è indicata come “Villa di “Lucius Crassius Tertius” dal nome impresso su un anello con sigillo rinvenuto al suo interno ed appartenente, forse, al proprietario. L’edificio è di due livelli:
il piano terra era destinato, presumibilmente, all’attività commerciale, poiché gli ambienti sono privi di affreschi e mosaici, ma anche perché all’interno dei colonnati che circondano tutti i lati del peristilio sono state rinvenute centinaia di anfore capovolte ed ordinate in file verticali. Il piano superiore fungeva, invece, da residenza del gestore.